Roma. Sindacati in piazza. Manifestazione nazionale unitaria dei Confederali. "Più stato sociale e meno social"

di redazione 09/02/2019 ECONOMIA E WELFARE
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Piazza della Repubblica gremita, a Roma, per la manifestazione unitaria di Cgil Cisl e Uil per richiedere al governo una nuova politica economica fatta di investimenti e lavoro. Palloni colorati, cartelli, striscioni e musica scandiscono l’attesa per l’avvio del corteo: un serpentone colorato che sfilerà fino a Piazza San Giovanni.

 Ad aprire e la manifestazione lo striscione che riassume mil senso dell’intera protesta: «Futuro al lavoro». A sfilare con i sindacati c’è anche una folta delegazione di imprenditori, fra cui quelli di Confindustria Romagna spinti alla protesta dopo la decisione del governo di bloccare le trivellazioni nel Mar Adriatico. Molti i cartelli che fanno riferimento alle attività social di molti esponenti del governo: «Meno Stato sui social più stato sociale», ma anche un più minaccioso «Giù le mani dalle pensioni» e alcuni cartelli contro il razzismo.

«È meglio che il governo torni indietro perché altrimenti va a sbattere», dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, aprendo il corteo della manifestazione unitaria. «Credo che sia una bella giornata, la gente che è venuta vuole cambiare, vuole partecipare e non è contenta di quello che sta succedendo».

"Il governo esca dalla realtà virtuale e si cali nel mondo reale, del lavoro" dice la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dal corteo della manifestazione unitaria sostenendo che "il governo deve cambiare la linea economica. L'Italia è ad un passo dalla recessione economica. Il governo deve cambiare assolutamente rotta. Si confronti finalmente con i sindacati, perché dopo tanti anni di sacrifici degli italiani, non possiamo permetterci che il Paese torni a decrescere. Nessuno da solo riesce a risolvere problemi così complessi". L'Italia è già in recessione tecnica, crolla la produzione industriale, sale lo spread. I dati dell'economia sono negativi. Bisogna mettere in atto politiche per lo sviluppo e la crescita. Il blocco delle infrastrutture sta provocando danni che rischiano di essere irreparabili per il Paese, bisogna da subito sbloccare i cantieri, che attiverebbero 400 mila posti di lavoro. Il governo deve cambiare marcia", insiste Furlan. Rispetto alla previsione del governo su una crescita del 1% del Pil nel 2019, la leader della Cisl rimarca che "non basta scrivere gli obiettivi, bisogna anche raggiungerli". Sulla stessa linea anche il sindacato della Cgil Maurizio Landini. "È meglio che il governo torni indietro perché altrimenti va a sbattere". 

GLI SLOGAN. Tanti gli striscioni e gli slogan che accompagnano il corteo della manifestazione. 'Meno stati sui social, più stato sociale" è uno dei tanti che campeggia. "Giù le mani dalle nostre pensioni", "Subito una legge per la non autosufficienza", "Non siamo il vostro bancomat", "C'è solo una razza quella umana", recitano altri cartelli. A sventolare sono anche le tante bandiere dei sindacati confederali e delle diverse categorie, accompagnate dai palloncini rossi della Cgil, verdi della Cisl e blu della Uil. Non mancano la musica e i cori, come "È ora di cambiare". È una manifestazione colorata, partecipata e democratica, sottolineano gli stessi organizzatori.

Partecipano alla manifestazione di Cgil Cisl e Uil perchè - sottolineano "siamo tutti insieme, siamo tutti preoccupati allo stesso modo". La protesta, e la decisione di aderire alla manifestazione dei sindacati parte da Confindustria Romagna dove è forte la preoccupazione per lo stop alle trivelle inserito dal Governo nel Dl Semplificazioni. Gli imprenditori arrivati da Ravenna per sfilare in corteo sono una trentina, altri arrivano dalla Basilicata, da aziende del settore dell'Oil & Gas. Hanno portato un manifesto: "Investiamo nel gas naturale italiano, meno inquinamento, meno spesa, più lavoro. Sì al gas naturale italiano" Sono accanto ai sindacati, sottolineano - a parlare è Ermanno Bellettini, responsabile delle risorse umane della Rosetti Marino - perchè "se non c'è crescita non c'è lavoro, e se soffrono i lavoratori soffrono anche le imprese. Siamo insieme, siamo tutti preoccupati". E sul nodo trivelle: "Non capiamo perchè c'è questo accanimento contro questo settore".

 


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